:: P r i n c i p i o B i o c e n t r i c o ::
di Feliciano Flores
(Cfr. p.21 Rivista 4 della AEIB Gennaio 2000)
Ed ecco apparire Rolando Toro con il suo Principio Biocentrico, un` amplificazione del sentimento ecologico al di là dei limiti, o non-limiti, del cosmo.
Per Rolando, il principio biocentrico è uno stile di pensare e di sentire il cui punto di partenza e riferimento esistenziale è la comprensione e la vivencia di un sistema vivente più ampio: l`Universo stesso.
Il Principio Biocentrico si fonda sulla concezione che l`Universo sia un immenso sistema vivente.
La vita, nella sua espressione sottile, impregna tutto ciò che esiste, alimenta la Totalità.
La dinamica universale è l`espressione della Vita.
Per Rolando Toro, non sono soltanto le piante, gli animali, gli esseri umani, Gaia, che esprimono la Vita. Tutto ciò che esiste, dalla particella-onda fino alle super-nove, dai rumori di fondo cosmici al canto sonoro degli uccelli, dalle sabbie del deserto e le rocce delle montagne fino ai pensieri più sottili e alle emozioni più oppressive, tutto è Vita.
I fisici osservano e teorizzano che l` Universo sia sorto in modo espansivo, il big-bang, e considerano questo come un processo degenerativo, caratterizzato dall` entropia, e in cammino verso la disorganizzazione finale (entropic doom).
La vita, intanto, si manifesta, perlomeno nella forma in cui la conosciamo sulla Terra, come un processo di organizzazione.
Per Rolando Toro, questi due processi universali (organizzazione e disorganizzazione) equivalgono ai processi che accadono nelle espressioni di vita terrestre rappresentate da quelli che vengono chiamati `organismi viventi`.
In quanto alla degradazione entropica, con il decadimento energetico dato dallo stato termico, essa rappresenta la funzione catabolica di questo immenso organismo, l`organizzazione della Vita è alimentata dalla neghentropia (o sintropia), che caratterizza il processo anabolico dell`Universo Vivente.
E citando Rolando, "l`Universo esiste perché esiste la Vita, e non il contrario, e le relazioni di trasformazione materia-energia sono livelli d`integrazione della Vita".
Per lui, la vita non si limiterebbe al risultato di processi chimici ed energetici ma risulterebbe un programma "implicato" che guida la costruzione dell`Universo.
Assumendo l`approccio di David Bohm, secondo il quale, sotto il dominio esplicato della scienza, giace un dominio implicato di totalità indivisa, Rolando Toro propone che la Vita sia il
"fondamento implicato o unificatore, o trascendentale, soggiacente ai dati espliciti" (BOHM, 1992).
L`idea dell` Universo come un sistema vivente deve essere, in qualche modo, inserita nel nostro inconscio collettivo. Si ha memoria della percezione di un ordine cosmico, a partire dalla contemplazione dei movimenti delle stelle, "dalle profondità dell`immaginazione" dei pre-sumeriani, già nel terzo millennio a. C., un riconoscimento di similitudine tra la dinamica universale e la dinamica corporale.
"Si formò un ampio concetto di universo come un essere vivente, somigliante ad una grande madre, nel cui ventre tutti i mondi, tanto della vita come della morte, hanno la loro esistenza.
E il corpo umano è, in miniatura, una riproduzione della forma macrocosmica". (CAMPBELL, 1991).
Per alcuni filosofi, anche nelle idee attribuite al filosofo pre-socratico Talete di Mileto (sec. VII a VI a. C.), si potrebbe cogliere la concezione, più tardi riaffermata nello “hilozoismo epicureo” (sec. III a. C.), che considerava la materia ( e, per estensione, tutto l`Universo), come un organismo biologico.
Alcuni autori dei nostri tempi arrivano ad avvicinarsi a questa visione, anche se non hanno ancora avuto il coraggio o l`apertura intuitiva di Rolando Toro.
RUSSEL (1991), nel suo libro "Il risveglio della Terra: il cervello globale", si pone la domanda: "E` possibile che dieci bilioni di pianeti vivi nella nostra galassia annuncino l`apparizione di alcuni superorganismi galattici le cui cellule sarebbero Gaia risvegliate?"
Rolando, da parte sua, non ricerca, e non giudica necessario, giustificare la sua posizione attraverso dei metodi basati nella logica deduttiva, attraverso i citati criteri scientifici che tiranneggiano Capra. Egli focalizza che la conoscenza nasce dalla intuizione e dalla vivencia della propria vita. Egli parte coraggiosamente dalla sua sensazione intuitiva che l`Universo è un favoloso Sistema Vivente, o Organismo Cosmico.
Molto interessante è, anche, la lettura dell`ultimo capitolo dell`opera di DE DUVE (1997), il cui titolo già è sorprendente e invitante, "Polvere Vitale: la vita come imperativo cosmico". Christian De Duve, biochimico belga, laureato con il Premio Nobel nel 1974, non si limita nell`introdurre in quest`ultimo capitolo un Item con il sottotitolo Il Cosmo Vivente, il quale inizia con la frase: "
L`Universo è una semina di vita". Più avanti, fa coro con Russel, sopracitato, nell`affermare:
"La Terra fa parte, insieme con Trilioni di altri corpi simili, di una nuvola cosmica di `polvere vitale` che esiste perché l`Universo è ciò che è".
Poi, si avvicina un pò di più alla proposta di Rolando Toro, quando scrive: "L`Universo è vita con, a sua volta, la necessaria struttura; consiste principalmente in trilioni di biosfere generate e sostenute dal resto dell`universo".
Come sistema vivente, l`Universo evolve. E l`evoluzione dell`Universo è, in realtà, l`evoluzione della Vita.
Il nostro luogo dentro a questo sistema, come manifestazioni coscienti di Vita assume una prospettiva ben diversa da quella che ci ha passato la cultura.
Non siamo più enti passivi, cresciuti da un tragico destino, e soli nell`immensità indifferente dell`Universo, dal quale emergiamo per caso, come dice Jacques Monod (MONOD 1971).
In questo Universo vivente siamo "vita" e citando Rolando "i nostri movimenti si generano nel senso del nutrimento del processo evolutivo per creare più Vita dentro la Vita.
Mentre si percepisce in TORO (1982, 1986, 1991) l`idea che i tipi di vita sulla Terra, ed eventualmente nei pianeti, sarebbero forme di manifestazione della Vita che impregna l`Universo, Russel non va oltre nell`affermare la possibilità di evoluzione di un superorganismo galattico a partire dall`evoluzione della coscienza (antropocentrismo?) nei `pianeti vivi`, dentro di ciò che denomina Campi di Gaia, fino ad un livello che egli identifica come il Brahman degli Indù.
CAPRA (1997), nella sua ultima e più provocatoria opera La Rete della Vita: una nuova comprensione scientifica dei sistemi viventi, dopo aver analizzato la Ipotesi di Gaia nei termini di un sistema vivente, prova ad ampliare il suo dibattito sull`Universo come un tutto: "L`Universo sarebbe vivo?" Ancora limitato dalla rigidezza del metodo scientifico, egli arrischia l` affermazione: " per molte persone, incluso me stesso, è filosofico e spiritualmente più soddisfacente supporre che il cosmo come un tutto sia vivo. Per il momento, dentro l`armatura della scienza, non possiamo - o, per lo meno, ancora non possiamo - fare tali affermazioni. Se applichiamo i nostri criteri scientifici per la vita dell`Universo intero, incontriamo serie difficoltà concettuali".
Siamo pertanto, creatori di vita, co-partecipanti coscienti del metabolismo cosmico.
Prof. Feliciano Flores
NOTE:
(1) Questo testo è stato estratto dalla Monografia dell`autore "Biologia, Ecologia, Biodanza®", presentata dalla scuola Gaucha di Biodanza®, Porto Alegre, BR, 1994
(2) Facilitatore Titolare e Didatta di Biodanza®, biologo, dottore in scienze naturali (Dr.rer. Nat.).
Letteratura citata:
BOHM, David, A Totalidade e a Ordem Implicada. São Paulo: Cultrix, 1992.
CAMPBELL, Joseph, A Extensão Interior do Espaço Exterior: a metáfora como mito e religião.
Rio de Janeiro: Campus,1991.
CAPRA, Fritjof, A Teia da Vida: uma nova compreensão científica dos sistemas vivos. São Paulo: Cultrix, 1997.
MONOD, Jacques, O Acaso e a Necessidade. Petrópolis-RJ: Vozes, 1971.
RUSSELL, Peter, O Despertar da Terra: o cérebro global. São Paulo: Cultrix, 1991.
TORO, Rolando, Teoria da Biodança - coletânea de textos. 3 Tomos. Fortaleza: Ed. ALAB, 1982, 1986, 1991.
DE DUVE, Christian, Poeira Vital: a vida como imperativo cósmico. Rio de Janeiro: Campus, 1997.