A partire dagli anni Novanta, Rolando Toro Araneda (1924-2010) si appassionò al pensiero di quello che viene considerato il più grande filosofo del Novecento: Emmanuel Lévinas (1905-1995). Con passione, il creatore della Biodanza si dedicò all’approfondimento dell’investigazione che Lévinas sviluppò lungo l’intero arco della sua esistenza e che approdò alla definizione dell’Etica come Filosofia Prima, dimensione fondamentale dell’esistenza, proposta innanzitutto come Vincolo Trascendente che si origina nell’Incontro Epifanico.
Il nostro amato Rolando ha incluso questo pensatore tra gli Antecedenti Filosofici di Biodanza, e del pensiero lévinasiano ha approfondito gli aspetti che ne fanno, a tutti gli effetti, un predecessore della Biodanza.
Personalmente, quando ho letto per la prima volta la biografia di Lévinas, due aspetti mi hanno colpito particolarmente: la cronologia, vale a dire la contemporaneità dei percorsi esistenziali e teorici di Rolando Toro e di Emmanuel Lévinas, che si sono andati sviluppando parallelamente lungo l’intero arco del Novecento, e la disperazione filosofica per gli orrori della guerra, per entrambi un punto di partenza per la elaborazione del loro pensiero.
In entrambe le proposte, la Biodanza come sistema di riapprendimento delle funzioni originarie della vita, e la Filosofia lévinasiana del primato dell’Etica, risuona la passione per la Vita, per l’Umano espressione di Vita e, insieme, l’inevitabilità dell’interrogativo che la crudeltà umana pone quando si esprime nella guerra, nel rifiuto, nella follia dello sterminio nazista, del quale numerosi membri della famiglia e amici di Lévinas sono stati vittime.
In questo articolo, mio intendimento è enucleare i punti salienti del pensiero di Lévinas, il Filosofo dell’Etica, e individuare i collegamenti salienti con il Sistema Biodanza: anche in questo breve approfondimento, possiamo infatti notare come Biodanza sia fortemente collegata allo sviluppo del pensiero contemporaneo e ne rappresenti un’espressione particolarmente avanzata, in sintonia con il progresso intellettuale del nostro tempo.
Analizzando l’evoluzione del concetto di Vincolo nella storia dell’Umanità, Rolando Toro ha collocato il pensiero lévinasiano al suo vertice: attraverso l’Individualismo di matrice machiavellica, il concetto di Identità in relazione all’Altro investigato da Jean Piaget (1896-1980), la dimensione del Noi di Martin Mordechai Buber (1878-1965) e l’Empatia di Theodor Lipps (1851-1914), il vertice è rappresentato dall’Epifania dell’Incontro di Emmanuel Lévinas.
Vediamo insieme di cosa si tratta, come questo concetto si collochi all’interno dell’elaborazione filosofica di Lévinas e quali siano le tangenze/sintonie con il Sistema Biodanza.
l’Altro e l’Incontro con l’Altro: questa è, secondo il filosofo lituano, la dimensione fondamentale dell’esistenza, la scaturigine dell’Etica, nonché la fonte dell’Identità, che secondo Lévinas va dall’Altro all’Io: nell’Incontro con l’Altro si realizza la possibilità di essere, di essere me stesso. L’Altro “venendomi incontro mi espelle dalla mia solitudine”. E dice “tu non ucciderai”. Il Volto nudo dell’Altro, che chiede unicamente di venire accolto, è la fonte stessa dell’Etica.
Riecheggia subito la definizione di Biodanza come Poetica dell’Incontro Umano, occasione di Celebrazione dell’Altro come occasione di scoperta, di riconoscimento, di connessione con la propria Identità, la parte più intima della nostra intimità come scriveva Sant’Agostino.
L’Altro è infinito: l’Altro di cui parla Lévinas, che ha sempre la “A” maiuscola, rimane Altro, sfugge a qualsiasi tentativo di categorizzazione, di spiegazione, di utilizzo, e vive fondamentalmente della dimensione infinita, trascendente, la dimensione grazie alla quale nasce in noi “il desiderio d’Altri”, di rispondere affermativamente alla silenziosa richiesta dell’Altro di diventare nostro “ospite cosmico”, di accogliere il suo mistero, senza commenti e senza richieste.
Secondo Lévinas, l’Incontro con l’Altro e il dialogo con l’Altro avviene nella Corporeità: sono particolarmente intensi i passi in cui Lévinas parla del Corpo, della Intercorporeità, vale a dire la rete che unisce tutti noi esseri umani, e ancor più del Volto.
Con le parole di Lévinas, che raggiungono vette poetiche elevatissime: “Il gesto del corpo non è una scarica di nervi, è celebrazione del mondo, è poesia”.
“C’è la esposizione diretta del Volto, senza difesa. La pelle del Volto è quella che rimane più nuda, più spoglia… Il Volto è senso da solo: Tu sei Tu”.
Come non ricordare, innanzitutto nel nostro corpo, le nostre Vivencias, l’esperienza del corpo che sa prima di essere saputo, sente prima di essere sentito, e vive prima di essere vissuto?
L’Etica è la responsabilità per l’Altro: secondo Lévinas, tale responsabilità è la Responsabilità del Vincolo con l’Altro, e la sua fonte è la Trascendenza. Per Lévinas l’Identità del soggetto coincide con il suo essere responsabile dell’altro; secondo un passo lévinasiano: “Io posso sostituire tutti, ma nessuno può sostituirsi a me”. In che cosa? Nella responsabilità dell’Altro, l’aspetto che, secondo il Filosofo, fonda l’Identità del Soggetto.
La nostra esperienza di Biodanza è anche e soprattutto l’esperienza della Vincolazione affettiva con l’Altro, possibile nel momento in cui abbandono la concentrazione su me stesso e “vado oltre”, trascendo il mio ego e mi riconnetto con la Totalità, e in essa con l’Altro, che ne è espressione.
Sintetizza Lévinas, con poesia e rigore di pensiero insieme: “La mia libertà non ha l’ultima parola, io non sono solo, e diremo allora che solo la coscienza etica esce da sé… la coscienza etica è concretamente l’accoglienza d’Altri”.
Andiamo al concetto di Vivencia, l’esperienza dell’essere vivo qui e ora, e in particolare alle Linee dell’Affettività e della Trascendenza, allo Sguardo che in Biodanza è riconoscimento reciproco e accettazione incondizionata, e al Contatto come occasione di ritrovamento, di connessione profonda, di integrazione a sé e all’altro, e nella regola del Feedback potremo ritrovare l’essenza dell’Etica lévinasiana, un concentrato reale, concreto di Etica: l’Arte del Feedback, la reciprocità dell’ascolto di sé e dell’altro, è la realizzazione dell’Etica.
Del resto, possiamo vedere nel Principio Biocentrico stesso l’asse portante della sintonia tra Biodanza e Filosofia lévinasiana: il principio che mette la vita al centro è intrinsecamente etico e può individuare nell’Etica un Universale Umano.
Ponendo la Vita al centro realizziamo l’Etica; la trasformazione del cuore conduce alla Coscienza Etica, frutto della vivencia di Trascendenza e di Connessione con gli Altri, e porta a nuove scale di valori; ciò promuove l’evoluzione del Vincolo e cambiamenti a livello personale (e dunque sociale), i quali, a loro volta, portano con sé nuove opportunità di vivencias integranti e di protovivencias positive, che a loro volta alimentano la Coscienza Etica: ecco il circolo virtuoso Biodanza-Etica che prediligo delineare avvicinandomi alla conclusione.
Con le parole di Rolando, tratte dal libro “Biodanza”: “L’esperienza di legame intimo con il prossimo è una esperienza culminante che si prova poche volte nella vita. Provarla anche una sola volta permette di cambiare il proprio atteggiamento di fronte a sé e agli altri. Sapere con certezza che non siamo isolati, che partecipiamo al movimento unificante del cosmo, è una esperienza sufficiente per spostare la nostra scala di valori. Ma questo sapere con certezza non è intellettuale, è commovente e trascendente”.
Ritroviamo nelle parole di Rolando l’essenza stessa della Filosofia di Emmanuel Lévinas; con le sue parole: “Né le cose né il mondo percepito, né il mondo scientifico consentono di giungere alla norma dell’assoluto. Opere culturali, sono bagnate dalla storia. Ma l’Etica non è imbarcata nella storia e nella cultura; non è neanche come un isolotto che ne emerga, perché l’Etica rende possibile ogni significato, anche culturale, e consente di giudicare la cultura”.
Se Rolando Toro ed Emmanuel Lévinas sono partiti dalla disperazione filosofica per lo scollamento tra Intelligenza e Affettività, credo le proposte da loro elaborate e messe a disposizione di tutti noi siano ben più che un tentativo di risposta a tale drammatica dissociazione: la Filosofia di Lévinas come Filosofia dell’Etica e Conoscenza dell’Amore (prima ancora che Amore per la Conoscenza), e la Biodanza come Danza e Alfabeto della Vita sono una possibilità reale per ciascun essere umano di vivere l’Etica come fondamento della propria esistenza, e un vivere più etico come campo di espressione e orizzonte di futuro.
Silvia Signorelli
Milano, 22 giugno 2010
Un grazie particolare a Eliane Matuk, direttrice della Scuola Modello di Milano, e a Marcelo Mur e Patrizia Cirielli , direttori della Scuola della Liguria, per l’opportunità che mi hanno dato di condividere con i loro allievi nelle mie recenti Conferenze l’incanto della Filosofia lévinasiana e la gioia della scoperta della sua sintonia profonda con Biodanza.
Bibliografia: La definizione della Poetica della Biodanza come “Alfabeto della Vita” è tratta dalla pubblicazione: L’Alfabeto della Vita, a cura di Rolando Toro , Giovanna Benatti, Nicola Franceschiello, 1997. Le citazioni lévinasiane sono tratte dai seguenti testi: Totalità e Infinito. Saggio sulla Esteriorità, Jaca Book, 2004; Dall’Altro all’Io, Biblioteca Meltemi, 2002; Umanesimo dell’altro uomo, Il Melangolo, 1998; Etica e Infinito. Dialoghi con Philippe Nemo
Questo articolo è stato pubblicato il mercoledì, 14 luglio 2010 alle 13:47 e classificato in Educazione biocentrica. È possibile seguire tutte le repliche a questo articolo tramite il feed RSS 2.0. I commenti sono attualmente chiusi, ma puoi fare il trackback dal tuo sito.